Un viaggio nel disagio

Dalla disperazione si esce, attraverso la "porta santa" della speranza. Se ne è discusso ieri pomeriggio a Rose

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    Quando la solidarietà e la compassione, si incontrano con la solitudine, danno vita ad un mondo nuovo: la speranza. Sì, perché in fondo, tutti, proprio tutti, abbiamo bisogno di sperare. Sperare che nessuno resti indietro e solo, sperare che nessuno inciampi e cada nel precipizio della disperazione. Sperare che, alla fine, come in un romanzo a lieto fine, andrà tutto bene. E’ stato questo lo spirito che ha caratterizzato l’incontro-dibattito “Giovani, alcool, droga”, organizzato da Rosanna Labonia, attivissima presidente dell’Associazione “Libera…mente”. Il momento di confronto, organizzato nella sala consiliare del Comune di Rose, si è aperto con i saluti di benvenuto del sindaco Mario Bria. Il primo cittadino, uomo e medico in prima linea nel mondo del sociale, ha spiegato le finalità dell’incontro, patrocinato dal Comune. Non un momento di discussione, un momento di riflessione. Affinchè ognuno faccia la sua parte, affinché ognuno sia portavoce di un messaggio di speranza. Dopo l’intervento di Bria, è stato il turno di Osvaldo Ferro, delegato alla cultura del Comune di Rose. Ferro, ha sottolineato la necessità di migliorare la comunicazione su questi tristi fenomeni che, sono stati e sono cancri di ogni epoca. Ha evidenziato la necessità di fare prevenzione, di fare buona informazione. Perchè un ragazzo informato è un soggetto meno esposto a rischi. Apprezzato anche l’intervento di Angelo Leonetti, presidente dell’Azione Cattolica di Rose, palestra di vita e di misericordia, di compassione e di ascolto. Dove poter allenare i muscoli del cervello per comprendere meglio l’altro, dove poter rinforzare le braccia e le spalle per poter accogliere quante più persone possibili. Il mondo della droga, come delle devianze è stato raccontato da Silvana Vita, direttrice della comunità “Regina Pacis”, un angolo di paradiso in terra che guarisce i disperati, restituendogli, non solo la vita, soprattutto, la fiducia e la dignità. Quella che spesso, per un buco o una sniffata, gli ospiti della comunità avevano perso, insieme a se stessi. Pierfrancesco Rocca, responsabile dell’Igiene pubblica dell’Asp di Cosenza, ha descritto, con l’ausilio di dettagliate slide, un viaggio intorno all’alcool. Una discesa nell’inferno dei fegati spappolati, dei cuori “erosi” da litri e litri di alcool e delle vite, spazzate via, come castelli di sabbia da ondate di morte e solitudine. Riflettere e far riflettere è stato il messaggio di Mariolina Cucunato Santelli. Nel suo triplo ruolo di mamma, di insegnante, di socia dell’associazione “Libera…mente”. La Cucunato, partendo da Manzoni fino a Bukowsky ha illustrato quel mondo dell’arte e della letteratura, reso eterno si dalla magia della bellezza di parole, racconti e libri, le cui pagine e le cui copertine, “puzzano” ancora di superalcolici. Il mondo del volontariato e della solidarietà è stato raccontato dal collega Carmine Calabrese, giornalista di strada e pescatore di anime in fuga. A volte da se stesse, a volte dal mondo. Toccanti e commoventi le testimonianze di tre ospiti della comunità. Tre storie differenti, tre mondi separati, uniti da un unico da un comune denominatore: essere caduti. Ma, essere anche stati rialzati da mani allungate per accogliere e da braccia tese per sollevare.

    Mafalda Meduri

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