L’amore bugiardo fa l’ennesima vittima: Maria

Raggirata da un web lover, derubata di tutti i suoi risparmi. La donna ha 70 anni

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Imbroglio d’amore. L’amore, almeno nella convinzione più diffusa e romantica, non dovrebbe, mai, far male. Così, come non dovrebbe mai “sporcare” le persone. Purtroppo, spesso, non è così e, indipendentemente dall’età, dalla condizione sociale, dalle basi culturali, dalle convinzioni personali, si finisce, sempre, per cadere nella trappola. Non dell’amore. Perchè l’amore, non fa mai prigionieri. Ma, di persone, senza scrupoli che, utilizzano il più nobile dei sentimenti, per giocare e divertirsi. Con gli altri e degli altri. Ci sono storie che, con l’amore, hanno poco a che fare. Dentro, di amore, ce n’è davvero ben poco. Se non, addirittura, nulla. Una di queste storie, ha per protagonista una settantenne. La chiameremo Maria, il nome con cui si “battezza” l’amore per eccellenza. Maria, come detto, ha 70 anni. Ha lavorato tutta una vita. Ha fatto più lavori, tutti impegnativi, tutti straordinari. Ha fatto l’insegnante, la casalinga, la moglie, la mamma, la complice, la confidente, la colonna, la roccia, la speranza, la nonna. Ha fatto tutto, vivendo sempre con il sorriso, stampato sulla faccia, con l’entusiasmo alle stelle e con la passione di chi, non vede nell’età anagrafica, un ostacolo. Maria, carattere gioviale, spirito eternamente attivo, dopo essere andata in pensione, ha deciso di dedicarsi a se stessa. Una scelta, dettata anche dalla voglia di superare il dolore del distacco dall’amore di una vita, dalla necessità di spezzare il cordone ombelicale con i suoi figli, dal bisogno di sentirsi ancora utile. Forse anche attraente, forse ancora donna. Nonostante quelle 70 primavere sulle spalle. Maria, quindi, ha cominciato ad appassionarsi al mondo misterioso della rete, ha cominciato, come un’aspirante “nonnina 2.0”, ad immergersi negli stati, nei linguaggi social, nelle emoticon. Maria, ha scoperto di prenderci gusto. Dentro quel mondo, fino a quel punto, per lei inconcepibile ed impenetrabile, c’ha trovato tutto. Vecchie amicizie, ricordi passati, nuove speranze, nuovi modi di sentirsi utile. E, s’è ritrovata anche innamorata. Sì, innamorata di un gentile ragazzo marocchino che, approfittando della vulnerabilità di Maria e della sua innocente ingenuità, ha “spinto” i tasti giusti, fino a farla cadere ai suoi piedi. Frasi sdolcinate, pensieri affettuosi, poesie romantiche, coccole e carezze 2.0. Maria, d’un tratto, s’è risentita fresca, giovane, desiderata. Maria, s’è riscoperta donna, “femmina”, passionale. La 70enne, per lungo tempo, ha vissuto la classica fase dell’innamoramento. Quella bellissima sensazione di stordimento, di leggiadria, di esuberanza che, non conosce limiti, non ha confini. Non ha vincoli d’età. Peccato, solo, che l’amore che Maria credeva d’aver trovato, fosse solo un amore di plastica. Un amore fasullo, un amore, senza un briciolo di umanità. Sì, perché, quell’aitante ragazzone di colore, immortalato in quella lunga sequenza di foto che avevano acceso la fantasia e la speranza di Maria, si è dimostrato essere un bluff. Un grande raggiro. Sono stati i figli e i nipoti, così come le amiche di Maria, ad accorgersi che c’era qualcosa in lei che, non andava più. Troppo tempo davanti al pc, troppo tempo con lo sguardo stralunato, troppo tempo con la mente da una parte e il corpo in un’altra dimensione. Quel ragazzone, aveva convinto Maria a mandargli dei soldi. Non solo, l’aveva anche convinta a raggiungerlo in Marocco. Per iniziare una vita. Nuova, vera, insieme. Maria, s’è fidata. Si è affidata a “consegnata” a quel ciarlatano dall’accento simil francese. Gli ha dato tutto: i suoi risparmi, i suoi sacrifici e, forse, anche la parte più geNuina e innocente di se stessa. Maria c’ha creduto in quel ragazzo, c’ha creduto in quella nuova vita. C’ha puntato sulla sua second life. I primi giorni, sono stati meravigliosi. Come nelle favole. Lunghe passeggiate, foto ad inseguire albe e tramonti, giri in auto alla scoperta della parte più vergine del Marocco. Ma, poi una mattina, il buIo. L’incubo. La fine della favola. E, Maria s’è ritrovata, di colpo, sola, tradita, sedotta, abbandonata e senza neanche un centesimo. Maria è piombata in un labirinto di paura, di ansia, di fragilità, di vergogna. A stento riesce a guardarsi allo specchio. Fa fatica anche a riconoscersi. Ha paura. Di se stessa e degli altri sguardi degli altri. Che, seppur l’abbracciano, la comprendono, la consolano, la fanno sentire colpevole. E, stupida.

Carmine Calabrese

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