Cosenza, ‘ndrangheta. Arrestati gli autori del duplice omicidio Chiodo -Tucci

Tutti i nomi e i dettagli dell’operazione

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    Un’operazione antimafia della Dia di Catanzaro per l’arresto l’arresto di 5 persone ritenute responsabili del duplice omicidio di Benito Aldo Chiodo e Francesco Tucci e del contestuale ferimento di Mario Trinni, avvenuto a Cosenza il 9 novembre del 2000. Il provvedimento restrittivo è stato emesso dal Gip distrettuale di Catanzaro, al termine delle indagini coordinate dal procuratore della Repubblica di Catanzaro Nicola Gratteri e del pm della Dda Camillo Falvo, nei confronti di soggetti di spicco della criminalità organizzata cosentina di etnia nomade. Chiodo, Tucci e Trinni stavano chiacchierando in una piazzetta nei pressi del carcere di via Popilia, quando da un’auto scesero due sicari incappucciati che iniziarono a sparare all’impazzata. Trinni riuscì a fuggire mentre Chiodo e Tucci furono colpiti. I sicari, poi, spararono alla testa delle due vittime il colpo di grazia con una pistola calibro 9.

    Gli arrestati sono: Antonio Abbruzzese, Luigi Berlingieri, Saverio Madio, Celestino Bevilacqua e Fiore Abbruzzese tutti stabilmente inseriti nella criminalità mafiosa cosentina di etnia nomade. Per tale fatto di sangue, a seguito di pregressa attività investigativa svolta dalla DIA di Catanzaro, risulta essere già stato condannato Francesco Bevilacqua , alias “Franchino di Mafalda”, all’epoca dei fatti capo degli zingari di Cosenza, poi divenuto collaboratore di giustizia, che fin da subito aveva svelato tutti i retroscena del delitto, rivelando i nomi di tutti i partecipi all’azione, le modalità di esecuzione e il movente, da ricercare nel mancato rispetto, da parte di Benito Aldo Chiodo, dei patti stretti dai nomadi con l’allora gruppo confederato Lanzino-Cicero sulla spartizione dei proventi di alcune attività illecite precluse agli zingari (estorsioni, usura e traffico della cocaina). Successive dichiarazioni di altri collaboratori di giustizia, raccolte di recente e dettagliatamente riscontrate dagli investigatori della Direzione Investigativa Antimafia di Catanzaro, hanno permesso di acquisire ulteriori elementi di prova nei confronti degli odierni arrestati, tali da consentire alla DDA di richiedere ed ottenere dal GIP presso il Tribunale di Catanzaro il loro arresto.

    Per portare a termine l’azione omicida, consumatasi 18 anni fa a Cosenza in via Popilia, venne utilizzato dai sicari, oltre ad una pistola Beretta, anche un fucile mitragliatore di tipo Kalashnikov. Dalla ricostruzione investigativa dell’episodio, si è accertato che sull’autovettura Lancia Thema utilizzata per l’agguato, e rinvenuta poi sepolta nel cantiere della De.MAR Costruzioni di PERRI Sergio (rimasto poi ucciso in un agguato di stampo mafioso assieme alla moglie nel 2000), oltre Francesco Bevilacqua, c’erano Luigi Berlingieri detto occhi di giaccio o il cinese, armato del Kalashnikov, Fiore Abbruzzese detto Ninuzzo, con il compito di fare da autista, e Gianfranco Iannuzzi cl.58 detto a‘ ntacca, successivamente vittima di lupara bianca. Il provvedimento restrittivo eseguito oggi coinvolge oltre a Luigi Berlingieri e Fiore Abbruzzese, partecipi del gruppo di fuoco, anche Antonio Abbruzzese, perché ritenuto mandante assieme a Francesco Bevilacqua, dell’azione di fuoco, Saverio Madio e Celestino Bevilacqua , che, con riferimento all’omicidio, si erano occupati, il primo del trasporto dei killer sul luogo di partenza dell’azione, ed il secondo del loro recupero dal luogo ove venne interrata l’auto utilizzata per l’agguato.

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