Bimbo di 5 anni sbarcato da solo al porto di Corigliano domani riabbraccerà il suo papà

Finisce bene la storia di Cisse, il piccolo ivoriano, aiutato da Franco Corbelli. Il genitore è già in Calabria

Più informazioni su


    “Favola a lieto fine per il piccolo Cisse: il bimbo della Costa D’Avorio di 5 anni, sbarcato da solo al porto di Corigliano il 15 luglio scorso, domani finalmente riabbraccerà il suo papà, rintracciato in Francia. Come si ricorderà, il bimbo ivoriano, era sbarcato da solo dopo che la mamma, fermata sulla spiaggia dagli scafisti era stata rinchiusa in un campo lager perché non aveva i soldi per pagare il viaggio. Cissè era riuscito a salire comunque su un barcone diretto in Italia, grazie alla mamma che di nascosto e con un gesto disperato e coraggioso, lo aveva affidato, piangendo e pregando, ad un ivoriano, suo compagno di viaggio, con la speranza che potesse arrivare nel nostro Paese e ritrovare il suo papà”.

    Lo fa sapere il leader del Movimento Diritti Civili e delegato della Regione per la tutela e la promozione dei diritti umani, Franco Corbelli, che aveva, subito dopo lo sbarco di questo bambino, promosso una mobilitazione generale.

    Il leader di Diritti Civili si dice ” felice e commosso per questo (quasi) insperato, difficile e bellissimo risultato, ringrazia quanti “hanno contribuito a scrivere, insieme a lui, questa importante e significativa pagina di solidarietà, di accoglienza e di umanità che fa onore non solo alla nostra Calabria ma all’intero Paese. Un grazie particolare all’Ong, Save The Children (una di quelle meritorie organizzazioni umanitarie ingiustamente criminalizzate per ignobili fini politici!), alla famiglia del bravo poliziotto che da un mese e mezzo ospita questo meraviglioso bambino e al Tribunale per i Minori di Catanzaro, al suo Presidente, Luciano Trovato, e ai suoi colleghi che hanno saputo muoversi con discrezione, professionalità ed efficacia. Ritrovare il papà del piccolo Cisse è stato un vero miracolo”.

    .”Adesso resta la mamma del piccolo che dobbiamo rintracciare in Libia in una di quelle prigioni lager. E per questo contiamo di avere un aiuto dal papà del bambino. Per far arrivare la mamma, una volta individuata, ho già chiesto che venga attivato un corridoio umanitario. Mi auguro adesso che il Governo italiano ci aiuti a rintracciare la giovane madre e a farla arrivare in Italia. Il piccolo Cisse intanto ha già imparato a parlare in italiano, alterna parole in francese e in italiano. Dopo averlo incontrato, un mese fa, nel Tribunale di Cosenza, dove il bambino ivoriano era stato portato dalla famiglia affidataria per un incontro con il giudice, delegato a seguire questo caso, prosegue Corbelli, l’ho sentito al telefono nei giorni scorsi e mi ha salutato dicendomi le prime paroline in italiano. Il piccolo non sa che domani riabbraccerà il suo papà. Una volta che sarà accertata la paternità (su cui non c’è un minimo dubbio) padre e figlioletto potranno riabbracciarsi”.

    “L’uomo si trova adesso in un Centro di accoglienza calabrese, dove, dopo il suo arrivo, ieri sera, in Calabria, è stato ospitato in attesa dell’incontro di domani con il suo bambino. Il papà del bambino è molto preoccupato -specifica Corbelli – adesso teme per la sorte della moglie e mamma del bambino, con cui è rimasto in contatto sino a pochi mesi fa, prima che venisse fermata e rinchiusa dagli scafisti criminali in una di quelle prigioni spaventose in Libia, dove non c’è alcun rispetto per i diritti umani. Il papà del bambino ha sino a pochi mesi fa parlato più volte, con le videochiamate, con il suo bambino. Conserva le registrazioni che confermano la certezza assoluta della sua paternità. La storia del piccolo Cisse, resa nota da Corbelli, per la prima volta, lo scorso 16 luglio, subito dopo lo sbarco della nave tedesca nel porto di Corigliano, aveva commosso tutti. “Grazie ad uno zio del bambino che abita in provincia di Brescia si era arrivati al papà del piccolo Cisse che vive in Francia. Domani il commovente abbraccio tra padre e figlioletto in attesa e con la speranza che anche la mamma possa presto raggiungerli”, conclude Corbelli.

    Più informazioni su