Ricordi di Volley Femminile – Le protagoniste

Con questa “scheda” su Caterina “Katia” Torchio, parte la nostra panoramica sul volley femminile: attraverso le risposte delle protagoniste, ripercorriamo anche la storia sportiva della nostra città

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    Lo schema sarà sempre identico: una prima parte di notizie generali ed una seconda in cui si cercano di “carpire†notizie ed informazioni sulla vita sportiva. Ogni intervista viene introdotta da un breve giudizio di un allenatore o addetto ai lavori.
    Ci scusiamo con i lettori se, per ragioni di spazio o altro, saremo costretti ad adattare il testo delle interviste alle esigenze pratiche del giornale.
    Sergio Lionetti

    1. KATIA TORCHIO – Vita e famiglia nella pallavolo
    La vita di Katia è immersa nel mondo del volley. Alla sua carriera da pallavolista si è aggiunto l’attuale ruolo di presidente della Stella Azzurra Catanzaro, con il marito Giuseppe Fiorini come allenatore. Ha due figlie che fanno attività agonistica ed un fratello, Giovanni (“Gianniâ€, per i parenti), che da allenatore si è seduto in diverse panchine di serie A ed attualmente allena in terra finlandese.
    Per introdurre la chiacchierata con Katia Torchio, ecco il parere di un allenatore importante nel suo excursus sportivo, Giancarlo Grandinetti, con il quale, a Lamezia, ha sfiorato la promozione nella massima serie: «E’ stata una giocatrice completa: buoni fondamentali sia in prima che in seconda linea, ottima personalità e soprattutto un carattere forte e positivo. Un’amica che stimo molto: anche da dirigente può dare un contributo importante alla crescita della pallavolo calabrese.»

    NOME E COGNOME : Caterina “Katia†Torchio
    SEGNO ZODIACALE: toro
    COLORE PREFERITO: blu
    MUSICA CHE ASCOLTI: cantautori italiani
    CANZONE PREFERITA: “Eppure sentire†Elisa
    FILM PREFERITO: Ghost
    UN PERSONAGGIO FAMOSO DA INVITARE A CENA: Velasco
    CIBO PREFERITO: spaghetti con le cozze
    MARE O MONTAGNA: mare
    COSA AMI: stare all’aria aperta
    COSA ODI: la pioggia
    UN TUO HOBBY: il cinema
    TRE AGGETTIVI PER DEFINIRTI: paziente, riflessiva, riservata
    UN PREGIO CHE SENTI DI DARTI: sono generosa
    UN DIFETTO CHE TI RICONOSCI: sono permalosa
    IL TUO MOTTO O CITAZIONE: “L’unione fa la forzaâ€
    TRE CARATTERISTICHE CHE DEVE AVERE LA TUA GIOCATRICE IDEALE: umiltà, tecnica e altruismo
    IL FONDAMENTALE PIU’ IMPORTANTE PER TE: la ricezione
    IL RUOLO DELLA PALLAVOLO NELLA TUA VITA? Ha un ruolo fondamentale, visto che ho due figlie giocatrici, un marito ed un fratello allenatori, ma soprattutto sono presidente di una squadra femminile.
    COME E PERCHE’ HAI INIZIATO A GIOCARE A PALLAVOLO? Perché nella pallavolo non c’è il contatto fisico con l’avversario.
    I TUOI MAESTRI E I TUOI PRIMI PASSI IN QUESTO MONDO? Il primo allenatore è stato Raf Balzano, poi Antonio Gradilone, a Catanzaro Pino Nania, a Lamezia Giancarlo Grandinetti e a Catanzaro Soverato e Cutro Giuseppe Fiorini.
    IN QUALE RUOLO HAI GIOCATO? IN QUALE ALTRO RUOLO TI SAREBBE PIACIUTO GIOCARE? Ho giocato in tutti i ruoli, ma mi sarebbe piaciuto giocare libero, perché quando giocavo io questo ruolo non esisteva.
    COSA TI PIACEVA DI PIU’, E COSA DI MENO, DEL TUO RUOLO. Mi piaceva tutto
    COM’ERI QUANDO SCENDEVI SUL PARQUET? Molto grintosa e determinata
    PRIMA DI OGNI PARTITA SEGUIVI QUALCHE RITUALE SCARAMANTICO? Nello spogliatoio ogni gesto relativo all’indossare la divisa aveva una sua progressione scaramantica.
    COM’E’ STATO IL TUO PERCORSO DA ATLETA E IN QUALI SQUADRE HAI GIOCATO? Ho iniziato a giocare nell’Acli Settecolli, poi nella Volley Cosenza, arrivando in serie C1 (campionato interregionale: la B2 di adesso). Quando mi sono trasferita a Catanzaro per frequentare l’ISEF, ho giocato con la Gabbiano in serie C2 (campionato regionale), poi a Lamezia Terme con il Salumificio Mena per quattro anni, dalla serie C1 alla B1, sfiorando la promozione in A2: A Catanzaro, con la Mancuso, dalla serie D alla C con promozione in serie B2, a Soverato con promozione in B2, poi a Cutro per due anni, con promozione in B2.
    RACCONTACI QUANDO HAI DECISO DI APPENDERE LE GINOCCHIERE AL MURO. Ho deciso di smettere di giocare nel 1998: avevo solo 34 anni, dopo la promozione in serie B con il Cutro, ed è stata una decisione molto sofferta ma necessaria.
    NON SOLO PALLAVOLO NELLA TUA VITA, DACCI QUALCHE NOTIZIA. La mia vita gira ancora oggi intorno al mondo della pallavolo, anche se il mio lavoro è distante anni luce da essa: sono un funzionario alla Regione Calabria.
    UN SOGNO CHE HAI REALIZZATO DA GIOCATRICE? Nella mia carriera pallavolistica mi sono scontrata con giocatrici di altissimo livello e nel mio piccolo mi sono saputa difendere.
    UN SOGNO CHE INVECE NON SEI RIUSCITA A REALIZZARE MENTRE GIOCAVI? Giocare in serie A
    SE POTESSI TORNARE INDIETRO NEL TEMPO, C’E’ QUALCOSA CHE CAMBIERESTI NEL TUO PERCORSO DI PALLAVOLISTA? Sceglierei di andare a giocare fuori regione.
    COSA TI MANCA PIU’ DI TUTTO, DELLA PALLAVOLO GIOCATA? L’agonismo
    C’E’ UNA VITTORIA A CUI SEI MAGGIORMANETE AFFEZIONATA? Non c’è una vittoria a cui sono particolarmente affezionata ma un’intera stagione, che è quella del campionato di serie B 1989/90, giocato a Lamezia, nel quale abbiamo sfiorato la promozione in serie A2.
    E LA DELUSIONE PIU’ COCENTE? La partita dei play off per salire in A2 persa fuori casa contro l’Ancona.
    LE COMPAGNE DI GIOCO CHE PIU’ TI HANNO SEGNATA NELL’ARCO DELLA TUA CARRIERA E GLI ALLENATORI ED ALLENATRICI? Ho avuto tante compagne nella mia carriera e tutte sono state determinanti e importanti sia per la mia crescita pallavolistica che umana. Due sono gli allenatori che mi hanno fatto crescere tecnicamente e tatticamente, uno è Giancarlo Grandinetti e l’altro è mio marito Giuseppe Fiorini.
    HAI MANTENUTO QUALCHE CONTATTO CON LE TUE EX COMPAGNE DI SQUADRA? Con alcune siamo diventate buone amiche.
    QUAL E’ STATA L’EMOZIONE PIU’ FORTE VISSUTA DURANTE GLI ANNI DI ATLETA? Ogni promozione che ho conquistato.
    DA SPETTATRICE, SEGUI ANCORA LA PALLAVOLO? La seguo sempre, anche perché un po’ “costretta†dall’essere presidente della Pallavolo Stella Azzurra di Catanzaro.
    COSA TI HA LASCIATO LA PALLAVOLO? Un gioco di squadra è una scuola di vita: la pallavolo mi ha insegnato ad essere altruista.
    COSA NE PENSI DI QUESTO NUOVO MONDO DEL VOLLEY? Per quanto riguarda il gioco, diverso dal mio per l’inserimento del rally point system, è un gioco molto più spettacolare e quindi molto più piacevole. Tutto il resto non mi piace e non mi appartiene.
    PER QUALI MOTIVI, SECONDO TE, UNA GIOVANE CHE SI APPROCCIA PER LA PRIMA VOLTA ALLO SPORT DOVREBBE SCEGLIERE LA PALLAVOLO RISPETTO AD ALTRE DISCIPLINE? La pallavolo è un gioco di squadra: ti insegna la socialità, il rispetto delle regole, l’organizzazione, ti fa crescere in maniera armonica e, soprattutto, ti fa divertire.
    COSA SENTI DI DIRE ALLE RAGAZZE CHE PRATICANO LO SPORT GIOVANILE DELLA PALLAVOLO? Avvicinarsi allo sport della pallavolo vuol dire divertimento, ma anche sacrificio e abnegazione, perché solo impegnandosi ci si può divertire.

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