Cosenza, presentazione di ‘Foto e racconti. Dal web al cartaceo. Alchimie letterarie’

Domani 16 febbraio presso la Libreria Ubik

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    Philippina Brenner, Rosanna Carravetta, Rossana Castriota, Rosalia Cianflone, Ugo Dattis, Anna De Vincenti, Anna Romeo, Maria Gabriella Sicilia, Santo Spadafora, Massimo Veltri sono gli autori e le autrici che hanno contribuito con i loro scritti a questo testo edito da Brenner. Provengono dall’area cosentina e lametina; sono professionisti che hanno attraversato la narrazione per passione, per interessamento professionale o per tradizione di famiglia. Seppure accomunati da un humus culturale comune, mantengono comunque caratteristiche narrative differenti. Si distinguono per stile, ritmi evocativi e per contenuti. Eppure esiste un fil rouge che attraversa i racconti dato dalla stessa parola evocativa, il segreto della connessione analogica quasi che fosse un dialogo interattivo nel quale si rimanda in modo circolare dal linguaggio alle emozioni.

    Una circolarità che riproduce a specchio quella stessa interattività digitale caratteristica del web in cui l’informazione si diffonde orizzontalmente, lontano da gerarchie prestabilite. E questo è anche il senso della disposizione dei nomi degli autori e delle autrici in copertina, volutamente in ordine alfabetico. La priorità nell’organizzazione del testo viene stabilità dall’intreccio di foto e racconti in un crescendo di suggestioni che seducono il lettore, avvolto da un’invisibile magnetismo. Alchimie narrative, appunto, che si compongono su ricordi vissuti o storie già narrate da altri. Nell’introduzione Romeo Bufalo analizza la “geografia” di questi ricordi facendo riferimento, non a caso, ad una “nuova luce immaginativa che a volte ci ri-chiama dal passato e si impone a noi come un debito che sentiamo di dover estinguere”. Il ricordo assume un’emergenza etica, si presenta come un “dover” ricordare; il ricordo, dunque, è essenzialmente una restituzione nel senso etimologico del termine. Una restituzione al tempo in cui il ricordo non era ancora tale perché immerso in un vissuto presente.

    E “restituire” sta per ristabilire, ricostruire, riconsegnare qualcosa che era stato dato in dono e che, a sua volta, è donato. E in questa azione intenzionale in cui risiede la freschezza del racconto, s’annida il senso etico di una scelta mai neutrale perché improntata su valori di umanità e seguita sempre da un’emozione profonda. Malinconica o dolorosa o ancora disincantata l’espressione emotiva diviene magicamente empatica, trasmissibile. Ci travolge con il suo “abracadabra” che non è un nascondere e svelare la magia attraverso un atto meccanico, ma una parola che magicamente crea e trasforma la realtà in un gioco di libertà.

    Francesca Rennis

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