Cgil e M5S: fronte comune contro la riforma di Renzi

PEDACE (Cs) - Prove di dialogo e intese tra le due rappresentanze. Condivisioni anche sulla difesa dei diritti dei lavoratori e sui servizi fondamentali al cittadino

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    PEDACE (Cs) – Cgil e M5S fanno fronte comune per perorare le ragioni del “no” al referendum sulla riforma costituzionale imbastita dal governo di Matteo Renzi. Ma non è l’unica sintonia venuta fuori dal seminario sulle priorità per la Calabria tenutosi presso l’ex convento francescano di Pedace (Cs) per l’intera giornata di oggi. Lo fa comprendere bene un passaggio delle dichiarazioni di fine lavori, in cui si parla di confronto «interessante, costruttivo e da proseguire, tra rappresentanze della Cgil e del Movimento 5 stelle finalizzato a cooperare su temi comuni, sulle necessità per i lavoratori e i cittadini calabresi e su un cambiamento culturale necessario, possibile e richiesto». Il dibattito è stato alimentato dal segretario della Fiom Calabria, Massimo Covello, e dai deputati pentastellati Dalila Nesci e Paolo Parentela, ma erano presenti anche consiglieri comunali e attivisti M5s e dirigenti sindacali delle diverse federazioni della Cgil. Tra i temi affrontati: le tecnologie digitali per l’attivismo democratico in ambito civico e sindacale, la tutela dei diritti dei cittadini come bussola di una nuova sinergia politico-sindacale nel rispetto delle singole identità e posizioni. Ma è sulla difesa dei diritti dei lavoratori, dei servizi fondamentali al cittadino e sul No alla riforma costituzionale, definito “un assalto dei poteri finanziari che hanno nel governo Renzi il loro organo esecutivo”, che la condivisione delle posizioni è apparsa evidente. Quanto tutto questo possa avere uno sviluppo nei futuri equilibri politici italiani è ovviamente prematuro per dirlo, ma intanto la Cgil e il M5S discutono e trovano posizioni comuni sui territori e su questioni storicamente proprie della sinistra italiana. Se tutto questo può rappresentare un chiaro segnale di un dinamismo nuovo e di superamento dei punti di riferimento, inviato all’indirizzo degli stati maggiori del Partito Democratico cosentino, lo si capirà chiaramente dopo il voto del referendum del 4 dicembre prossimo. Durante i lavori si sono anche registrati gli interventi del prof. Paolo De Marco, che ha affrontato il tema del «fallimento delle politiche del lavoro condotte da maggioranze prive di autonomia e di basi scientifiche, aventi il solo obiettivo di smantellare il sistema pubblico e di aumentare la povertà», del ricercatore Franco Gaudio, dell’ex Istituto nazionale di economia agraria, che ha spiegato come la Calabria può svilupparsi utilizzando in modo mirato le risorse per l’agricoltura e infine dell’antropologo e scrittore Mauro Minervino che ha auspicato “politiche umanistiche di profondità per costruire una Calabria diversa, che metta al centro le sue bellezze, la sua cultura e il suo patrimonio archeologico e di saperi”. (Rino Muoio)

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