Rende. Antonio Vilardi: ‘Leadership, collegialità e organizzazione del lavoro: tre requisiti che mancano al governo Manna’

Parla l'ex assessore comunale

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    Riceviamo e pubblichiamo comunicato dell’ex assessore al comune di Rende Antonio Vilardi dopo la mancata riconferma nella nuova squadra firmata Manna: 

    “Apro il commento sulla revoca del mio mandato Assessorile con una osservazione, per meglio descrivere l’esperienza in questi tre mesi al governo della città. Leadership, collegialità e organizzazione del lavoro, tre requisiti fondamentali che, a mio avviso, sono alla base delle mancanze del governo Manna.

    Tre aspetti che causano lo stato di confusione e smarrimento che oggi la comunità vive, non solo da un punto di vista politico ma, soprattutto, amministrativo e gestionale. Confusione e smarrimento che non appartengono al mio modo di operare ma con i quali, in qualità di assessore, ho dovuto convivere in questi mesi. Grazie al Senatore Gentile, insieme al partito, in cui mi onoro di militare, e a tutto il Gruppo consiliari di “Alternativa Popolare”, che mi hanno indicato per questo ruolo all’interno del Comune, ho accettato con entusiasmo, impegno e responsabilità tale incarico al servizio della mia città ma ho dovuto rilevare subito, nella macchina amministrativa e nel suo timoniere, uno forte accentramento di potere da parte dei dirigenti e del segretario comunale, uno scarso coordinamento e orientamento al risultato, poche possibilità di operare, una grande difficoltà a condividere e a dialogare per portare avanti gli obiettivi nelle sedute di Giunta.

    Quanto alla revoca del mandato e alle motivazioni che l’avvocato Manna ha inteso strumentalizzare, nel tentativo di screditare la professionalità mia e quella dell’ing. Savino, rispondo che la verità sta proprio nel modo di agire autoritario e privo di democrazia del sindaco, che non ci permetteva di operare liberamene nel rispetto delle regole e delle leggi.

    Questi sono i veri motivi e non la motivazione del sindaco, affermando che «l’ing. Savino ed il Dott. Vilardi vengono destituiti perché non partecipano alle sedute di giunta e non sono presenti nella sede comunale per l’esercizio delle materie a loro delegate». Se fosse stata questa la verità il sindaco avrebbe dovuto chiedere al nostro partito di indicare altri due nominativi in sostituzione.

    La verità è, quindi, che il sindaco Manna ha fatto tutto ciò per mettere fuori Alternativa Popolare, non rispettando la maggioranza che lo ha votato e tradendo, cosa più grave, il voto popolare dei cittadini che gli ha permesso di essere eletto sindaco. Io così come l’ing. Savino abbiamo una dignità da difendere e dei valori che per noi sono fondamentali per il nostro fare ed il nostro essere, nel rispetto delle leggi, della trasparenza e della legalità. Ed è proprio per rispetto della mia dignità che non potevo partecipare alle riunioni di giunta dopo che sia sui giornali che in conferenza stampa il sindaco aveva annunciato l ‘azzeramento di giunta.

    D’altronte non sono stato mai più chiamato e ne cercato per riconfermarmi l’incarico. Io volevo fare tante cose insieme a quelle già fatte, come la creazione dello Sportello Giovani, il “Settembre Rendese”, nuovi stimoli per il commercio, le attività produttive, ma non mi è stato consentito. L’avvocato Manna faccia come vuole, ma è tangibile che sul piano dell’etica e dei rapporti ha mancato di serietà e rispetto, perché le cose, anche quelle politiche, si fanno rispettando le regole del vivere civile. Senza partiti e senza maggioranza, imboccando, ormai, una strada cieca, non posso che augurargli buona fortuna.

    Prosegua pure in questa spericolata avventura politica, o forse meglio, pseudo civica. Ritengo che non si arriverà da nessuna parte e vano sarà il tentativo di dileguare i “fumi” della confusione e della stagnazione economica in cui versa il territorio. Ancor peggio, vano sarà il tentativo di dileguare, in questa situazione, i fumi della Legnochimica e degli altri siti inquinati che avversano il territorio, per far questo ci vuole un forte consenso e non certo l’aggravante di uno schizzofrenico e precario andazzo politico-gestionale a sua guida”.

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