‘Articolo Uno’ su Psc Cosenza

“Non disegna una nuova idea di Città ma si preoccupa di spostare volumi edificabili da alcune zone ad altre, generando un contenzioso con quei cittadini che vedranno lesi i loro interessi”

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    Riceviamo e pubblichiamo nota del Coordinamento cittadino “Articolo Uno” – Cosenza  su PSC adottato dal comune di Cosenza: 

    L’avvenuta adozione del Piano Strutturale Comunale di Cosenza impone ad una forza politica quale Articolo Uno un’attenta valutazione dei suoi contenuti e delle ricadute che esso avrà sul futuro della Città. Il PSC assume particolare rilevanza soprattutto in considerazione del fatto che, nel recente passato, la città ha subìto un consistente incremento del settore edilizio che non sempre ha coinciso con la qualità dei nuovi spazi urbani e ciò si è tradotto nella saturazione delle aree maggiormente appetibili agli investitori, senza apprezzabili ricadute di carattere sociale (mobilità, spazi a verde, recupero delle aree degradate e del centro storico, etc.), ricadute senza le quali il territorio, da bene comune, diventa esclusivamente un bene al servizio della rendita e del profitto. Il Piano Strutturale, quindi, dovrebbe tendenzialmente dare risposte in tale direzione ponendo in essere esclusivamente politiche mirate alla rigenerazione urbana ed al recupero. Ciò può avvenire ribaltando la logica del vecchio Piano Regolatore che ha determinato consistenti incentivi alla crescita edilizia, nel mentre oggi è necessario bloccarla (disincentivarla) in modo che gli investimenti, sia pubblici che privati, siano indirizzati alla riqualificazione dell’esistente sia di natura storica che di recente realizzazione. L’Amministrazione Comunale comunica di aver agito in questa direzione avendo scelto l’opzione del cosiddetto “consumo di suolo zero”. Nel merito, però, come Coordinamento di Cosenza di Articolo Uno vogliamo fare una precisazione, altrimenti la pubblica opinione potrebbe essere tratta in inganno.

    La Legge Urbanistica calabrese, purtroppo, dà una definizione del “consumo di suolo zero” alquanto suggestiva e fuorviante: non significa che nel futuro non si consumerà più suolo, ma che si potrà consumare quello che è rimasto come edificabile del precedente strumento urbanistico. Applicando questo concetto l’Amministrazione Comunale di Cosenza avrebbe dovuto fare, per come prescrive la Legge Regionale, una ricognizione dei volumi presenti nel PRG, ancori non realizzati, per poi autorizzarli con il nuovo strumento urbanistico. E qui emerge una stranezza. Nei documenti resi noti dall’ Amministrazione Comunali non abbiamo avuto la possibilità di rinvenire la necessaria ricognizione “delle quantità di aree e di volumi ancora disponibili e non utilizzati”, pertanto non sappiamo realmente quanti nuovi metri cubi di edificato potranno essere realizzati con il PSC adottato. Certamente ciò discende da un difetto di comunicazione, per cui riteniamo che ad esso può essere posto rimedio fornendo le informazioni ad oggi carenti, anche perché in loro assenza il giudizio politico sul PSC può risultare incompleto o fuorviante. Allo stesso modo riteniamo utile rilevare come, nell’aderire all’ipotesi di “consumo di suolo zero”, si richiami, nella delibera di adozione del PSC un comma di un articolo già all’epoca soppresso dalla stessa Legge Regionale Urbanistica. In merito alla comunicazione ed alla connessa informazione dobbiamo altresì rilevare come nei documenti resi pubblici non siano presenti tutti quelli afferenti la prima fase di elaborazione del Psc.

    Ad esempio della Conferenza di Pianificazione, sede nella quale la concertazione assume significato istituzionale, si ha conoscenza di un solo verbale e non sappiamo se è quello conclusivo. Ciò ci impedisce, peraltro, di verificare se gli indirizzi posti dal Sindaco dell’epoca (detto verbale pubblicato risale al 20-12-2010), i suggerimenti della Sovraintendenza Archeologica, quelli della Regione Calabria e così via, siano stati rispettati ed in che modo. Non riteniamo utile, nell’economia di questa nota, addentrarci in questioni di carattere meramente tecnico, che pur hanno la loro importanza e per le quali ci riserviamo di produrre opportune notazioni anche in contradditorio con l’Amministrazione Comunale.

    Non possiamo però non rilevare come, nei documenti pubblicati, non vi sia traccia della conformazione del PSC al Quadro Territoriale Regionale a valenza Paesaggistica approvato dalla Regione Calabria in data 5 agosto 2016, nonostante vi sia esplicito obbligo per come previsto dall’art. 30 delle Disposizioni Normative del medesimo. In definitiva, è stato approvato un PSC che non disegna una nuova idea di Città rispetto al Prg ed alla sua variante, ma si preoccupa di spostare volumi edificabili da alcune zone ad altre, generando così un enorme contenzioso con quei cittadini che vedranno lesi i loro interessi; un PSC che non tiene in nessun conto né la realizzazione della metropolitana leggera approvata dalla stessa Amministrazione né la prossima fusione di Cosenza e Rende in un’unica realtà comunale e che individua una precisa zona per il nuovo Ospedale, mentre la società incaricata di studiare la sua ubicazione sta ancora valutando tre diverse possibilità.

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